Chiese
Chiesa di Santa Lucia
L’inaugurazione della nuova via dell’Alta Romagna proveniente da Forlì comportò nel 1835 la demolizione della Chiesa di Santa Maria della quale però sopravvivono le due navate laterali ai lati della strada, riutilizzate come loggiato pubblico e rimaneggiate nel tempo. La nuova Chiesa fu dedicata a Santa Lucia e costruita più a monte, dove sorge tutt’ora.
Durante il terremoto del 10 novembre 1918 vi morirono 9 persone (di cui 7 bambini) e l’edificio subì gravi danni che portarono ad una ricostruzione quasi totale. Ristrutturata ed abbellita in tempi più recenti, custodisce varie opere d’arte sacra antiche e moderne.
Chiesa di San Francesco
La chiesa è unita al palazzo Bianchini - Mortani da un muro che recinge un prato interno sul quale era posto uno stemma araldico datato 1874.
Nel 1661 rovinò per un terremoto e fu ricostruita nel 1667 da Ludovico Mortani. Ma anche il violento terremoto del 1768 la danneggiò gravemente a tal punto che nel 1784 Tommaso Mortani dovette ricostruirla di nuovo.
Il sisma del 1918 la distrusse completamente e fu riedificata in forme neo-gotiche per opera dei coniugi Francesca Quercioli - Mortani e Cav. Avv. Luigi Bianchini. Sotto l’altare vi è un teschio di un martire cristiano che la tradizione vuole essere San Clemente.
Oratorio del SS. Crocifisso
Come l’adiacente palazzo Crisolini - Malatesta, è uno degli edifici storici che si affacciano sull’attuale piazza G. Matteotti ad aver subito danni nel terremoto del 1918. L’oratorio era in origine il piano inferiore di un edificio a tre piani e la facciata esterna, semplice nelle forme, era ornata con sasso a bugnato sulle lesene laterali e in corrispondenza del piano terra. Dopo il sisma, fu ricostruito nel 1926 in forme di gusto settecentesco.
La facciata in laterizio sulla piazza, però, appare incompleta in attesa di accogliere i capitelli delle lesene e l’intero rivestimento in pietra. Completamenti che non avvennero mai. All’interno l’ambiente unico accoglie tra gli oggetti degni di nota un bel crocifisso votivo ligneo del XV sec. (che la tradizione popolare vuole trasportato da una fiumana del Bidente) e soprattutto la pregevole deposizione dipinta da Giuseppe Bezzuoli (1784 - 1855), una delle opere pittoriche qualitativamente migliori nel territorio di Santa Sofia.
Oratorio di San Filippo Neri
Tra piazza Curiel e il vecchio Comune di Mortano è l’oratorio di San Filippo Neri. La presenza di un edificio di culto in questo luogo potrebbe risalire al XIII sec., ma non vi sono prove. Secondo le ricerche di Mons. Domenico Mambrini, la chiesa attuale sorse nel XVII sec.
Pare per iniziativa di una donna che a Roma lasciò al suo confessore D. Lodovico Santolini la somma di 1500 scudi con l’obbligo di realizzare un pozzo o una fontana per i viandanti e una chiesa. Nel 1746 fu concessa in enfiteusi dall’abate cardinale De Rossi a Don Giovanni Carlo Venturini con l’obbligo di mantenerla. Nella cripta sono conservate le spoglie dei membri della famiglia Quercioli – Mortani – Bianchini.
San Martino in Villa
Tra la boscaglia, a poca distanza dall’abitato di San Martino, emerge misteriosa e abbandonata una chiesa con doppia torre campanaria. A dispetto della sua monumentalità, insolita per le chiese rurali, non è molto antica. Fu costruita a ridosso della strada statale che porta in Campigna dopo che i terremoti del 1918 e 1919 resero inutilizzabile l’edificio antico. Quest’ultimo sorgeva dentro il borgo e presentava, incastonata nella facciata, la stele funeraria di M.Satellio Marcello e Murronia Prima. L'originale è ora conservato nella canonica della chiesa di Santa Lucia a Santa Sofia, ma una copia perfetta è visibile presso il museo archeologico “Mons. Domenico Mambrini” di Pianetto. Nel borgo era presente anche un altro oratorio attestato dal catasto ottocentesco di cui non rimane traccia.
La storia di San Martino in villa è per noi quasi del tutto perduta ma il nome del borgo e della vicina Capaccio (da caput acquae) la fa risalire perlomeno all’antichità romana. E’ durante il Medioevo, tuttavia, che la zona riveste una certa importanza dovuta alla presenza del Castello di Bleda, sulla sponda opposta del Bidente rispetto a San Martino. In questo castello con ogni probabilità nacque tra il 1053 e 1055 Rainerio Raineri, futuro papa Pasquale II, il quale affronterà una fase molto critica della Storia della Chiesa.